OPERE D'ARTE

Il patrimonio artistico della Fondazione Conservatorio Santa Maria degli Angeli

Il patrimonio artistico della Fondazione Conservatorio “Santa Maria degli Angeli” è formato da due grandi entità. La prima sezione è costituita dall'insieme degli edifici che compongono l’antico Monastero, in particolare dai suoi “ambienti monumentali” di enorme valore artistico ed architettonico. La seconda parte è formata da una collezione di opere ed oggetti d’arte e di antichità. Tale collezione, di considerevole pregio artistico, ha un importante valore intrinseco e un evidentissimo interesse di testimonianza e documentazione storica.

L’insieme compositivo del patrimonio artistico, impreziosito da una importante e multiforme collezione d’arte, è la misura attestativa più concreta dell’importanza di questa antica istituzione fiorentina nei suoi oltre cinque secoli di intensa attività.

 

Gli ambienti monumentali

Gli ambienti monumentali della Fondazione Conservatorio “Santa Maria degli Angeli” costituiscono una importante sezione del patrimonio artistico di questa istituzione. Tali ambienti, di evidente pregevolezza edificativa, sono lo specchio e il lume dell’architettura e dell’arte figurativa a partire dalla fine del cinquecento fino alla metà dell’ottocento italiano.

Essi si compongono delle seguenti sezioni:

  • il porticato, edificato nel 1639, vede la presenza di quattro importanti rilievi risalenti al XVIII sec. in stucco bianco, dipinto in finto marmo ocra: “Arcangelo Michele”, “Santa Teresa”, “Sant’Antonino Vescovo”, “San Domenico”. Degni di considerazione sono due ulteriori rilievi ascrivibili al XIX sec., “La vergine con il bambino”, in stucco bianco su fondo azzurro e “La vergine con il bambino”, in terracotta policroma, forse ritoccato nell’ottocento su una preesistenza primo-cinquecentesca;
  • un grande refettorio, che, nel suo lato sinistro, custodisce l’affresco intitolato l’”Ultima cena” (1631), mirevole opera del pittore Matteo Rosselli (1578-1650), caposcuola fiorentino e maestro dell’austero stile della Controriforma;
  • una piccola chiesa interna, edificata dalla sagrestia della chiesa principale, ricca di peducci e capitelli cinquecenteschi;
  • il coro delle monache, costituito da un ambiente completamente restaurato, che vede quattro importanti dipinti ascrivibili alla seconda metà del XVII sec. (“Santa Rosa Lima”, “San Vincenzo Ferreri”, “Santa Caterina da Siena”, “San Domenico”) e un quinto dipinto rappresentante l’“Annunciazione”, eseguito nel 1583. Di rilievo è la mensa d’altare in pietra serena con inserti e lavorazioni auree, tipica delle maestranze toscane del XVI sec, e un gradino d’altare, costituito da quindici formelle che rappresentano “I quindici Misteri del Rosario”, eseguite nel 1589 su committenza di Suor Arcangiola Setticelli. La sala è contornata su tre lati da banconi da coro in legno di cipresso, decorato a finto legno di noce con una tecnica di tempera ad olio, impreziositi da cartigli a volute, databili ai primi anni del XVIII sec.;
  • la “Sala della Duchessa”, una sala decorata con affreschi ottocenteschi posizionata al piano terra del vasto complesso conventuale. La sala è un luogo emozionante, ornato da decorazioni a grottesche realizzate nella metà dell’Ottocento, dalla sofisticata tavolozza cromatica e variopinta ricchezza di particolari: rettili, insetti oppure uccellini ingabbiati, che si stagliano su ampie campiture di color celestino. Una simile decorazione parietale, costituita da un leggero e fantastico disporsi di forme vegetali miste a figurette ed animali, ricorda sia quella trovata a Roma nei resti sotterranei della “Domus Aurea” di Nerone sia le grottesche eseguite dalla scuola di Raffaello Sanzio (1483-1520), tra cui Giovanni da Udine (1487-1561), per la Loggetta del Cardinal Bibbiena nel Palazzo Apostolico a Città del Vaticano, ed infine, quelle di Villa Pojana e Palazzo Thiene a Vicenza ad opera del maestro veronese Bernardino India (1528-1590).

Nel territorio fiorentino, le grottesche della “Sala della Duchessa” si inseriscono ad alto livello nella rinascenza dello “stile pompeiano” in terzo e quarto stile degli edifici di fine ‘700.

 

La collezione delle opere d’arte

La Fondazione Conservatorio “Santa Maria degli Angeli” presenta una vasta collezione di opere d’arte e di oggetti antichi, che rappresentano un’importante ricchezza culturale della Città Metropolitana di Firenze.

La collezione è composta da una eterogeneità di beni e di oggetti che si sono aggiunti nel tempo. Le opere di più rilevante valore artistico appartengono ad un arco temporale compreso tra il XVI e il XVIII sec., periodo di massimo splendore del Conservatorio, ricco di lasciti di personaggi illustri e di committenze di monache appartenenti ad importanti famiglie cittadine.

Tra il 1996 e il 2006 il complesso degli Angiolini è stato oggetto di un’importantissima opera di restauro e di recupero alle migliori condizioni conservative del proprio patrimonio artistico. Esso ha riportato alla luce l’antico splendore di veri e propri tesori, sepolti dal tempo ed inaccessibili per secoli al grande pubblico.

Da un attento giudizio estimativo, alcune opere, oltre ad avere un notevole valore venale, rappresentano un capitolo importante all’interno della storia dell’arte italiana, in particolare per quanto attiene al Manierismo, alla Pittura Controriformata, al Proto-Barocco e al Barocco italiano.

Le opere della collezione maggiormente rappresentative di questi movimenti artistici possono essere divise nelle seguenti quattro sezioni: “Dipinti”, “Sculture”, “Rilievi”, “Strumenti musicali”.

 

ELENCO OPERE

DIPINTI

Presentazione della Vergine al Tempio – Domenico di Bartolomeo Ubaldini detto Puligo (Firenze, 1492-1527)

Gloria di San Michele Arcangelo – Giovanni Maria Ciocchi (Firenze, 1658-1725)

Gli Arcangeli Michele e Gabriele – Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

San Domenico che resuscita Napoleone Orsini, nipote del Cardinale di Fossanova – Matteo Rosselli (Firenze, 1578-1650)

L’Ultima cena – Matteo Rosselli (Firenze, 1578-1650)

L’Assunzione della Vergine – Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Lo Sposalizio della Vergine – Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

La Visitazione – Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

L’Annunciazione – Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

L’Immacolata Concezione – Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Vergine col Bambino e Santi – Ignoto pittore toscano

Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano e Lucia – Giusto d’Andrea (Firenze 1440 – 1496)

Cristo che mostra il Sacro Cuore a Santa Teresa d’Avila e Santa Caterina da Siena – Sante (Santi) Pacini (Firenze, c. 1734 – post 1800 o 1801)

L’Annunciazione – Ignoto pittore fiorentino

Santa Rosa a Lima – Ignoto pittore fiorentino

San Vincenzo Ferreri – Ignoto pittore fiorentino

Santa Caterina da Siena – Ignoto pittore fiorentino

San Domenico – Ignoto pittore fiorentino 

I quindici Misteri del Rosario – Nicolò Biliotti

Tobia riscuote i debiti del padre – Francesco Curradi (Firenze, 1570 – 1661)

Santa Chiara che scaccia i saraceni – Ignoto pittore toscano

 

SCULTURE

San Giovanni Battista – Jean de Boulogne, detto Giambologna (Douai, 1529- Firenze,1608)

Crocifisso – Jean de Boulogne, detto Giambologna (Douai, 1529- Firenze,1608)

Vergine col Bambino (Statuetta votiva della Madonna) – Ignoto scultore toscano

Vergine col Bambino – Ignoto scultore fiorentino

 

RILIEVI

Teste di cherubini tra volute – Giovanni Battista Ciceri (Pescia, fine sec. XVII – 1715)

Santa Rosa da Lima col Bambino Gesù – Giovanni Battista Ciceri (Pescia, fine sec. XVII – 1715)

Santa Caterina da Siena – Giovanni Battista Ciceri (Pescia, fine sec. XVII – 1715)

 

STRUMENTI MUSICALI

Organo a canne - Luigi e Benedetto Tronci (Pistoia, 1755-1803, 1756-1821)

 

Prof. Simone Fagioli

Professore di Storia e Filosofia, perito d’arte ed esperto di antichità ed oggetti d’arte

 

Presentazione della Vergine al Tempio

Autore

Domenico di Bartolomeo Ubaldini detto Puligo (Firenze, 1492 – 1527)

Data

Sec. XVI

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tavola

Dimensione

200x170 cm

Inventario

09/00162870

La tavola raffigura al centro la giovane Vergine, mentre, rivolta verso l’osservatore, sale la scalinata dove alla sommità l’attende a braccia aperte il sacerdote posizionato al centro del tempio. In primo piano sei figure di Santi, da sinistra: San Domenico, San Tommaso d’Aquino, Sant’Antonino (Vescovo di Firenze), Santa Lucia (in veste rossa), Sant’Elena (in veste rosata e manto marrone) e Santa Caterina da Siena (in veste bianco e nero).

La tavola, che ancora oggi troviamo nella sua collocazione originaria sull’altare maggiore, ha avuto una travagliata storia attributiva. Fin dal Settecento venivano indicate varie attribuzioni nell’ambito della scuola di Andrea del Sarto per l’impostazione dei piani e delle figure, la caratteristica luce filtrata e la vicinanza, anche fisionomica, di certe figure con altre opere del maestro fiorentino (a questo riguardo, cfr. l’impiego della stessa modella sia per la Vergine giovinetta e Santa Lucia che per la “Figura femminile” presente nella “Raccolta” della Misericordia di Firenze).

Da notare come l’impostazione superiore della scena, con il sacerdote al centro del tempio sopraelevato, ricordi lo spazio fisico dell’altare rialzato della Chiesa rispetto al piano della navata centrale. Questo vuol dire, che, probabilmente, l’autore ha cercato di rappresentare un rapporto metafisico tra la raffigurazione spaziale del dipinto e lo spazio fisico della Chiesa.

 

BIBLIOGRAFIA

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, II, Firenze, Viviani, 1755, p. 286;

  1. Rastrelli, in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, (1789-1802), IV, Firenze, 1792, p. 30;
  2. Fantozzi, Nuova Guida, Firenze, 1842, p. 390;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Lorenzoni, Documento su una tavola di Domenico Puligo nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, in “Rivista d’Arte”, 1907, pp. 94-95;
  5. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;
  6. Meloni Trkulja, in “Il Primato del Disegno”, Catalogo della Mostra Firenze e la Toscana dei Medici nell’Europa del Cinquecento, Firenze, 1980, pp. 179-180;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 60, 71 nota 59.

 

Gloria di San Michele Arcangelo

Autore

Giovanni Maria Ciocchi (Firenze, 1658 – 1725)

Data

XVIII (prima1725)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

Affresco

Dimensione

Misure non rilevate

Inventario

09/00162859

La volta affrescata è antistante l’altare maggiore della Chiesa di S. Maria degli Angiolini e raffigura, entro un’ampia prospettiva di finte architetture, arricchite da numerosi angiolini, uno spaccato ovale con la glorificazione di San Michele Arcangelo.

Al centro del dipinto è raffigurato il Santo, vestito in abiti militari, che mostra, alzandola con la mano destra, una bilancia e con la sinistra si appoggia a uno scudo e tutt’intorno una gloria di angeli che recano una particolare iconografia: un’asta con la bandiera, un elmo piumato, delle rose e una crocetta.

L’affresco rispecchia la tradizione pittorica sei-settecentesca delle volte affrescate e riesce in maniera apprezzabile ad unire le schematiche architetture laterali con il desiderio di spaziosità e dinamicità della gloria centrale.

L’opera è di Giovanni Maria Ciocchi, un artista che troviamo attivo a Firenze, anche in San Jacopo Sopr’Arno e nella Biblioteca del Convento della SS. Annunziata.

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 391;
  2. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 116;
  3. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150 e nota 14;
  4. Meloni Trkulja, in “Dizionario Enciclopedico Bolaffi ad vocem”, III,1972;
  5. Mosco, Itinerario di Firenze Barocca, Firenze 1974, p. 14;
  6. Meloni Trkulja, Recensioni, in “Antichità Viva”, 1974, n. 6, p. 59;

AA.VV., Dizionario Biografico degli italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 24, Roma, 1980, ad vocem;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 145.

 

Gli Arcangeli Michele e Gabriele

Autore

Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Data

1610 o 1616

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tela

Dimensione

200x159 cm

Inventario

09/00162863

La tela è vuota al centro per inserirsi intorno ad una nicchia contenente una statuetta della Vergine col Bambino. Il dipinto rappresenta gli Arcangeli San Michele e San Gabriele sormontati da un volo di angeli e cherubini. San Michele, a sinistra, con una corta veste dorata a racemi e manto rosso, regge nelle mani la spada e la bilancia; San Gabriele, a destra, regge il giglio nella mano sinistra e ha due vesti di cui una lunga veste fiorita nei colori viola e rosa e una seconda veste corta nei colori arancio e rosso. In basso sono raffigurati due angeli come ricciuti giovanetti che sorreggono un cartiglio con la scritta “REGINA ANGELORUM”.

La tela eseguita dal Curradi, aveva lo scopo di racchiudere degnamente la statuetta miracolosa della Vergine col Bambino, oggetto di particolare culto presso le monache del Monastero degli Angiolini. L'opera è ascrivibile al secondo decennio del XVII secolo; un manoscritto tardo settecentesco, ancora presente presso la Fondazione Conservatorio S. M. degli Angeli recita: "....la qual cappella (della Madonna) aveva rifatto Suor Maria Francesca Gianfigliazzi in sin l'anno 1615 tutta di pietre come si vede al presente, e la tavola di mano del Signor Cav.re Francesco Curradi dove si veggono San Michele e San Gabriele Arcangeli che mettono in mezzo il tabernacolo...".

La tela, di notevole livello qualitativo pittorico, dà modo all'artista di esprimersi nella vena pittorica più profana, attardandosi sulle figure sontuosamente vestite dei due Arcangeli.

In quest’opera sono assenti i tipici i caratteri Controriformistici che contraddistinguono gran parte della sua produzione religiosa.

 

BIBLIOGRAFIA

Libro Ricordi e Memorie del Ven: Monastero di S. Maria degli Angeli di Firenze in Via Laura, ms. del secolo XVIII conservato presso l’Archivio dei Conservatorio c. 26r. e v.;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, vol. III, Firenze, Viviani 1756, p. 285;

  1. Rastrelli in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 28;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 390;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Lorenzoni, Documento su una tavola di Domenico Puligo nella chiesa di S. M. Degli Angeli, in “Riv. d’Arte”, 1907, p. 95;
  5. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 132-133, 138.

 

San Domenico che resuscita Napoleone Orsini, nipote del Cardinale di Fossanova

Autore

Matteo Rosselli (Firenze, 1578-1650)

Data

1639

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tela

Dimensione

160x300 cm

Inventario

09/00162862

La tela raffigura San Domenico con la veste monastica bianca e nera circondato da numerose figure virili, di cui tre in abito cardinalizio, mentre resuscita il giovane Napoleone Orsini adorno di sontuose vesti secentesche in damasco giallo oro su camicia bianca.

La scena si riferisce al miracoloso ritorno in vita del nipote del Cardinale a seguito del mortale investimento sul ponte di fronte a Castel Sant’Angelo, come da scorcio sul fondo del dipinto.

La tela, di notevole qualità stilistica, è siglata e datata “MR 1627” su una stanga della lettiga in primo piano.

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Baldinucci, Notizie dei Professori del Disegno da Cimabue in qua…, vol. IV, ed. Manni, 1767-1774; ed. Ranalli, 1846-47, p. 165;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, vol. II, Firenze, Viviani, 1755, p. 285;

  1. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, vol. IV, Firenze 1789 – 1802, p. 29;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze 1842, p. 390;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;
  5. Faini, Matteo Rosselli pittore, tesi di laurea, Università di Firenze, 1965-66, pp. 220-223;
  6. Cantelli, Repertorio della Pittura fiorentina del Seicento, Firenze 1983, p. 130;
  7. Guidi – D. Marcucci, Il Seicento fiorentino: arte a Firenze da Ferdinando I a Cosimo III, catalogo della mostra (Firenze, 21 dicembre 1986 – 4 maggio 1987), Firenze 1986, p. 208;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 60, 71, nota 58;

 

MOSTRE

Il Seicento fiorentino: arte a Firenze da Ferdinando I a Cosimo III, (Firenze, 21 dicembre 1986 – 4 maggio 1987).

L’Ultima cena (o Cenacolo)

Autore

Matteo Rosselli (Firenze, 1578-1650)

Data

1631

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Refettorio

Tecnica

Affresco staccato e ricollocato su supporto

Dimensione

Misure non rilevate

Inventario

09/00162994

L’affresco è posizionato all’interno del refettorio del Monastero in una parete delimitata dagli archi della volta.

Ai lati della figura del Cristo sono raffigurati i dodici apostoli seduti a tavola, di cui due, in posizione quasi frontale, volgono le spalle allo spettatore. L’ambiente raffigurato è illuminato da quattro candelieri a braccio ed arricchito dalla presenza di oggetti d’uso quotidiano, quali, oltre ai piatti sulla mensa, un bacile e una brocca nell’angolo destro e una piattaia posizionata sulla parete sinistra. In alto sono raffigurate due coppie di angiolini recanti i simboli della passione.

L’affresco è datato 1631 e firmato da Matteo Rosselli e gli fu commissionato da Alessandro Berti, devoto governatore del Monastero dal 1624 al 1638, per il quale pochi anni prima Rosselli aveva dipinto la tavola col miracolo di San Domenico. Alessandro Berti fu Cappellano del Cardinale Carlo dei Medici e Canonico di San Lorenzo e fra i maggiori benefattori del Monastero, e ricordato piuttosto diffusamente da Giovanni Richa nella sua opera “Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri”. Alessandro Berti non solo arricchì il Monastero di importanti opere d’arte, ma gli donò anche una discreta fortuna.

L’opera costituisce uno dei classici nella produzione ad affresco di Rosselli. Attraverso le parole del suo biografo, è noto che Matteo Rosselli dipinse numerosi Cenacoli in molti monasteri di Firenze, alcuni dei quali oggi perduti.

Il Cenacolo di Santa Maria degli Angiolini con quelli conservati nelle chiese di San Felice in Piazza (datato 1613) e nella Badia di Montesenario (datato 1634) ci forniscono una chiarissima idea della struttura compositiva dei Cenacoli di Roselli. Il confronto più diretto è con l’affresco di Montesenario: in entrambi, si rileva un’analogia nella resa plastica delle figure e nella scelta degli accessori di contorno. La vicinanza fra queste due versioni della medesima scena risalta maggiormente dal confronto con il disegno n. 1564 del Louvre che Fiammetta Faini Guazzelli considera per il Cenacolo di Montesenario. Il foglio che presenta l’intera scena è quasi identico nella disposizione delle figure (4 Apostoli di spalle) e nella presentazione della stanza all’affresco di Montesenario. Differisce invece, avvicinandosi all’affresco di Santa Maria degli Angiolini, nella visione d'insieme della mensa e delle figure viste dall'alto, della tovaglia decorata in basso al bordo, e delle figure dei servi ai lati, assenti nella opera di Montesenario.

Ricordiamo l’esistenza del disegno tracciato, coperto dall’intonaco dipinto e rivenuto al momento del restauro.

ISCRIZIONI: sul bacile a destra “ALESS.BERTI FACIT FIERI MDCXXXI MATTEO ROSSELLI DIPINSE”

BIBLIOGRAFIA

  1. Baldinucci, Notizie dei Professori del Disegno da Cimabue in qua…, (1681-1728), IV, p. 165;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, vol. II, Firenze, Viviani, 1755, p. 286;

  1. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 30;
  2. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 116;
  3. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;
  4. Vertova, I Cenacoli fiorentini, Torino, 1965, p. 92;
  5. Fanini, Matteo Rosselli Pittore, Tesi di Laurea, Università di Firenze, 1965-66, pp. 236-239;
  6. Faini – Guazzelli, I disegni di Matteo Rosselli al Louvre, in “Antichità Viva”, Firenze, 1969, n.3, p. 19 nota 6, p. 29;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 53-55.

  

L’Assunzione della Vergine

Autore

Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Data

1639

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tela

Dimensione

160x300 cm

Inventario

09/00162861

Il dipinto è collocato in un sott’arco a sinistra della Chiesa di S. Maria degli Angiolini.

Al centro del dipinto, ammantata di rosso e azzurro, è raffigurata la Madonna circondata da angioletti e cherubini.

La tela fu eseguita da Francesco Curradi nel 1639, come risulta chiaramente sia dai documenti che dalle fonti bibliografiche. L’opera fa parte del ciclo delle cinque lunette dipinta da Francesco Curradi raffiguranti i “Misteri della Vergine”.

Di gusto completamente controriformista, il dipinto appartiene alla produzione più tipicamente religiosa del pittore. In queste opere l’artista si inserisce nella tradizione pittorica fiorentina che si avvicina a Lodovico Cardi detto il Cigoli e a Domenico Cresti detto il Passignano.

BIBLIOGRAFIA

Ricordi e Memorie del Ven: Monastero di S. Maria degli Angeli di Firenze in Via Laura, ms. del secolo XVIII conservato presso l’Archivio dei Conservatorio c. 31r e v.;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, Firenze, Viviani, 1755, p. 285;

  1. Rastrelli in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 28;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 390;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Lorenzoni, Documento su una tavola di Domenico Puligo nella chiesa di SM. Degli Angeli, in “Riv. d’Arte”, 1907, p. 95;
  5. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 132-133, 138

Lo Sposalizio della Vergine

Autore

Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Data

1639

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tela

Dimensione

160x300 cm

Inventario

09/00162862

Il dipinto dello Sposalizio della Vergine è collocato in un sott'arco a sinistra della Chiesa di S. Maria degli Angiolini. Esso fa parte del ciclo delle cinque lunette dipinte da Francesco Curradi nel 1639 raffiguranti i “Misteri della Vergine”.

La scena raffigura i due sposi ai lati del sacerdote collocato al centro ed tutto intorno tre figure di donne e un uomo. Si notano, in particolare, le vesti di San Giuseppe in giallo oro, quelle della donna a sinistra di color ocra e dell’uomo a destra in una veste rossa. Di indiscussa tradizione fiorentina sono le due figure poste di tre quarti.

Questa è forse la più composita e costruita fra le tele dei “Misteri della Vergine” e fa risaltare a pieno titolo la collocazione del Curradi fra i grandi pittori dei primi del Seicento fiorentino. Il pittore vincolato ai dettami della controriforma si avvicina, in questo dipinto, soprattutto a Lodovico Cardi detto il Cigoli.

BIBLIOGRAFIA

Ricordi e Memorie del Ven: Monastero di S. Maria degli Angeli di Firenze in Via Laura, ms. del secolo XVIII conservato presso l’Archivio dei Conservatorio c. 31r e v.;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, vol. II, Firenze, Viviani, 1755, p. 285;

  1. Rastrelli in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 29;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 391;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 132-133, 138.

 

La Visitazione  

Autore

Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Data

1639

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tela

Dimensione

160x300 cm

Inventario

09/00162876

Il dipinto La Visitazione è collocato in un sott'arco a destra della Chiesa di S. Maria degli Angiolini. Esso fa parte del ciclo delle cinque lunette dipinte da Francesco Curradi nel 1639 raffiguranti i “Misteri della Vergine”.

Nella scena al centro è inginocchiata Santa Elisabetta che si protende verso la Vergine accompagnata da San Giuseppe, a sinistra, in piedi, è raffigurato un angelo.

La tela, dai colori cupi e dalla composizione austera, ci propone un Curradi nella tarda maturità e completamente immerso nei dettami controriformistici.

BIBLIOGRAFIA

Ricordi e Memorie del Ven: Monastero di S. Maria degli Angeli di Firenze in Via Laura, ms. del secolo XVIII conservato presso l’Archivio dei Conservatorio c. 31r e v.;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, vol. II, Firenze, Viviani, 1755, p. 285;

  1. Rastrelli in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 28;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 390;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Lorenzoni, Documento su una tavola di Domenico Puligo nella chiesa di S. M. Degli Angeli, in “Riv. d’Arte”, 1907, p. 95;
  5. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 132-133, 139.

 

L’Annunciazione

Autore

Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Data

1639

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tela

Dimensione

160x300 cm

Inventario

09/00162876

Il dipinto L’Annunciazione è collocato in un sott'arco sulla parete di destra della Chiesa di S. Maria degli Angiolini. Esso fa parte del ciclo delle cinque lunette dipinte da Francesco Curradi nel 1639 raffiguranti i “Misteri della Vergine”.

Il dipinto raffigura la Vergine, all’interno di un ambiente ideale, inginocchiata con un libro aperto davanti a sè e l’angelo in piedi che le porge un ramo di gigli, al centro, mentre in alto è dipinta la colomba dello Spirito Santo, soffusa di un chiarore soprannaturale.

Un manoscritto del XVIII secolo, inedito, ci riporta la data dell’esecuzione: “(1639)…e tutto fu opera, e disegno del nostro Padre Confessore, al quale venne voglia per il desiderio che aveva di ornare la nostra Chiesa di far cinque quadri in forma di lune per gli archi della nave ne quali fussi dipinto i Misteri principali della Beatissima Vergine (…); delle quali lune una ne fece la Sagrestana Suor Maria Diodata del Borgo dando scudi venticinque per questo conto alla spesa dell’altre concessore tutte le Monache dando chi più chi meno secondo la lor possibilità arrivando la spesa alla somma di scudi 144. furno fatte dette pitture per mano del Ser Francesco Corradi detto di sopra l’anno 1639, e sono state tenute…, e perla nostra festa a 21 di Novembre 1639 Presentaz. al Tempio della B.V. furno messe e rinnovate in chiesa nostra”.

A riprova di questo ricordo tardo vi è un altro documento, pubblicato da F. Lorenzoni nel 1907, costituito dalla ricevuta, autografa del Curradi, con la quale il pittore dichiara di aver avuto dalle Monache, come pagamento delle lunette, “scudi 140”.

BIBLIOGRAFIA

Ricordi e Memorie del Ven: Monastero di S. Maria degli Angeli di Firenze in Via Laura, ms. del secolo XVIII conservato presso l’Archivio dei Conservatorio c. 31r e v.;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, vol. II, Firenze, Viviani, 1755, p. 285;

  1. Rastrelli in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 28;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 390;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Lorenzoni, Documento su una tavola di Domenico Puligo nella chiesa di SM. Degli Angeli, in “Riv. d’Arte”, 1907, p. 95;
  5. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 132-133, 138.

 

L’immacolata Concezione

Autore

Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Data

1639

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Dipinto

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

olio su tela

Dimensione

160x500 cm

Inventario

09/00162856

Il dipinto L’Immacolata Concezione è collocato nella facciata interna sopra il portale d’ingresso della Chiesa di S. Maria degli Angiolini. Esso fa parte del ciclo delle cinque lunette dipinte da Francesco Curradi nel 1639 raffiguranti i “Misteri della Vergine”. La lunetta ha dimensioni nettamente maggiori rispetto alle altre quattro che compongono il ciclo pittorico mariano.

La lunetta fu dipinta e posta nel Novembre del 1639 all’interno della Chiesa di S. Maria degli Angiolini.

Il dipinto rappresenta il primo dei cinque Misteri della Vergine: l’Immacolata Concezione.

Al centro della composizione vi è la Vergine in preghiera con i piedi appoggiati sulla falce di luna e ai lati schiere di angeli. Ai due angoli estremi appaiono due figure di Profeti.

La vena pittorica dell’artista è completamente condizionata dalla tradizione religiosa e soprattutto dai dettami controriformistici, che vincolarono gran parte della sua produzione.

Di particolare effetto risultano sia le due figure virili degli angeli sia quelle dei due Profeti, il tutto inserito in una figurazione di buona tradizione tardo manierista.

 

BIBLIOGRAFIA

Ricordi e Memorie del Ven: Monastero di S. Maria degli Angeli di Firenze in Via Laura, ms. del secolo XVIII conservato presso l’Archivio dei Conservatorio c. 31r e v.;

Giovanni Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio Colombario, vol. II, Firenze, Viviani, 1755, p. 285;

  1. Rastrelli in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 28;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 390;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 115;
  4. Lorenzoni, Documento su una tavola di Domenico Puligo nella chiesa di SM. Degli Angeli, in “Riv. d’Arte”, 1907, p. 95;
  5. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 132-133, 139.

 

Vergine col Bambino e Santi

Autore

Maestro degli Angiolini – Ignoto pittore toscano

Data

sec. XV (fine) – XVI (primo decennio)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Piano terreno (atrio)

Tecnica

Tempera su tavola

Dimensione

179x133 cm

Inventario

09/00162995

Il dipinto su tavola raffigura la Vergine col Bambino e Sant’Anna su uno sfondo architettonico, ai lati sono rappresentati due angeli musicanti e San Giovacchino e San Giuseppe. In primo piano, con un ricco drappeggio di vesti, sono collocati  Santa Caterina d’Alessandria e San Giovanni Evangelista. La Santa a destra è raffigurata con la corona e la ruota dentata, suoi simboli iconografici, ed un sontuoso abito rosso, con applicazioni di pietre sul mantello. Il Santo, in primo piano a sinistra, che è rappresentato vecchio con barba e lunghi capelli inanellati, tiene un volume aperto fra le mani ed ai suoi piedi si scorge un’aquila con un uccello morto nel becco.

Questo dipinto ha subito vari passaggi attributivi ed è stato definito con le aggettivazioni “curiosità pittorica” da C. Gamba nel 1993, oltre alle aggettivazioni “eccentrico” e “singolare ed indefinibile” da F. Zeri nel 1962.

L’attribuzione più verosimile è quella di F. Zeri, che determina nel  “Maestro degli Angiolini… come uno straniero finto a Firenze” il nome dell’autore di questa opera, un nome ideate dallo studioso, al quale attribuisce altre importanti opere d’arte (“Madonna col Bambino”, New York coll. A. Franzen)

Indubbiamente, per ascrivere la nostra tavola ad un pittore “tutto” fiorentino ci sono molti particolari inspiegabili, ad esempio, le figure dei due Santi in primo piano, il modo in cui sono trattati i loro panneggi, e lo stesso particolare dell’aquila, eccessivamente naturalistico. Probabilmente, il dipinto è opera di un autore fiammingo e straniero trapiantato a Firenze o fiorentino con nette influenze fiamminghe.

BIBLIOGRAFIA

Catalogo della mostra “Tesoro di Firenze Sacra”, Firenze, 1933, p. 84;

  1. Gamba, La mostra del Tesoro di Firenze Sacra, La Pittura, in “Bollettino d’Arte”, 1933, p. 163;
  2. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.151 e nota 19.
  3. Zeri, Eccentrici fiorentini – II, in “Bollettino d’Arte”, 1962, p. 317;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 143.

MOSTRE

“Tesoro di Firenze Sacra”, Convento di San Marco, Firenze, 1933

 

Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano e Lucia

Autore

Giusto d’Andrea (Firenze 1440 – 1496)

Data

Sec. XV

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Piano terreno, atrio

Tecnica

Tempera su tavola

Dimensione

115x69 cm

Inventario

09/00186849

La tavola centinata raffigura la Vergine col Bambino e ai lati San Sebastiano e Santa Lucia davanti ad uno sfondo di tendaggi sorretti da due angeli. La Vergine in trono sorregge il Bambino in piedi, che ha una sfera dorata nella mano sinistra. I Santi in primo piano, sono, rispettivamente, a sinistra San Sebastiano in abito borghese rinascimentale che mostra nella mano sinistra le frecce del martirio e nell’altro, una palma, e, a destra, San Lucia che reca un’ampolla e la palma.

ISCRIZIONI: alla base della tavola “S. SEBASTIANO MARTIRE MCCCCLVIIII + SCA LUCIA VERGINE”

BIBLIOGRAFIA

  1. M. Ciaranfi, D. di Michelino, in “Dedalo”, 1925-26, n. 5, p. 526;
  2. Berenson, Italian Pictires of the Renaissance, Florentine School, (ed. 1932, p. 262), ed. caus. London, 1963, p. 93;
  3. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.151.

 

Cristo che mostra il Sacro Cuore a Santa Teresa d’Avila e Santa Caterina da Siena

Autore

Sante (Santi) Pacini (Firenze, c. 1734 – post 1800 o 1801)

Data

Sec. XVIII (fine)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Depositi

Tecnica

olio su tela

Dimensione

125x73x21 cm

Inventario

09/00162909

La tela, racchiusa in un ovale, raffigura il Cristo che mostra il Sacro Cuore a due Sante in abito monastico. A sinistra Santa Teresa d’Avila, col cuore trafitto da una freccia, e, a destra, Santa Caterina da Siena, con ai piedi una mazza di gigli e un libro. La cornice lignea che contorna l’opera è intagliata a ghirlanda con alla sommità un cherubino fra tralci di fiori. In basso vi è un foglio e rami vegetali per piedistallo.

La stessa raffigurazione è presente in una lastra di rame a bulino, che reca il nome, come pittore, di un Pacini ("Pacini pinx.").

Si tratta certamente del pittore restauratore Santi Pacini, attivo a Firenze nell'ultimo quarto del XVIII secolo. Vi sono consonanze di stile con un suo dipinto firmato e datato 1790 nella Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti.

BIBLIOGRAFIA

Voce “PACINI, Sante, su Treccani Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014).

 

L’Annunciazione

Autore

Ignoto pittore fiorentino

Data

1583

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Coro delle monache, parete destra

Tecnica

Tempera su muro

Dimensione

250x130 cm

Inventario

09/00162934

Il dipinto è collocato sulla parete destra del coro delle monache. Si tratta di un ambiente il cui accesso era limitato alla clausura e che si trova sopra la prima parte della navata della chiesa, alla quale guarda attraverso alcune grate.

La tela raffigura l’angelo che, inginocchiato, porge uno stelo di gigli alla Vergine seduta davanti a lui su un rigido tronetto ligneo e nella parte in alto sono riprodotti i simboli della Santissima Trinità.

La scena si svolge in un piccolo ambiente chiuso, con notazioni di particolari da arredamento dell’epoca, quali un tappeto, una panca, un cuscino, la tenda.

Nella struttura compositiva il dipinto riprende la scena dell’”Annunciazione della Vergine” presente nella basilica della SS. Annunziata in Firenze. La tela è stata dipinta da un pittore cinquecentesco che si attiene alla raffigurazione originale della basilica della SS. Annunziata, e reca la data 1583.

Questo riquadro, come le raffigurazioni dei Santi, fa parte della decorazione murale che fu eseguita nel coro superiore delle monache. Il coro, nel decennio del XVI secolo, fu abbellito dai lavori di rinnovamento voluti dalla Suora Arcangiola Setticelli.

ISCRIZIONI: sul trono della Vergine: “MDI-XXXIII”.

Sul libro aperto della Vergine si legge: “ECCE/VIRGO/CONCI/PIET/EPARIET/FILIU”

BIBLIOGRAFIA

Ricordi e Memorie del Ven: Monastero di S. Maria degli Angeli di Firenze in Via Laura, ms. del secolo XVIII conservato presso l’Archivio dei Conservatorio c. 22r e v.;

 

Santa Rosa a Lima

Autore

Ignoto pittore fiorentino

Data

sec. XVII (seconda metà)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Coro delle monache, parete sinistra

Tecnica

Tempera su muro

Dimensione

230x120 cm

Inventario

09/00162931

Il dipinto è collocato sulla parete sinistra del coro delle monache.

La tela raffigura la Santa, coronata di rose, con la veste bianca e nera tipica delle suore domenicane.

La presenza della raffigurazione di Santa Rosa da Lima in questo gruppo di dipinti ha portato uno spostamento cronologico degli stessi.

Rosa nasce a Lima (Perù) nel 1586 da una famiglia spagnola. Nel 1606 entra nel terzo ordine di San Domenicano e prende come modello di vita quello di Santa Caterina da Siena. Muore nel 1617 e viene canonizzata nel 1671 come prima Santa del Nuovo Mondo e patrona del Sud America e delle Filippine.

Per molti secoli, data una certa omogeneità stilistica e soprattutto le precarie condizioni dei dipinti, si era considerato tutto il ciclo del coro delle monache - Annunciazione e i riquadri con i quattro santi domenicani - databile al 1583 così come appariva nell'Annunciazione. La presenza di Santa Rosa da Lima, canonizzata nel 1671, induce a spostare l’esecuzione dei quattro riquadri con i Santi alla seconda metà del Seicento. Evidentemente, è intervenuto un secondo pittore, operante nel tardo Seicento, che ha operato una uniformizzazione dei dipinti, rendendo le pitture del coro, seppur svolte in due momenti successivi, le più unitarie possibile.

 

San Vincenzo Ferreri

Autore

Ignoto pittore fiorentino

Data

sec. XVII (seconda metà)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Coro delle monache, parete sinistra

Tecnica

Tempera su muro

Dimensione

230x120 cm

Inventario

09/00162932

Il dipinto raffigurante San Vincenzo Ferreri è collocato sulla parete sinistra del coro delle monache.

Il Santo è raffigurato con la veste domenicana, ordine nel quale entrò nel 1367, e tiene nella mano destra un volume e nella sinistra una fiamma.

Questo riquadro forma un pendant con la raffigurazione di Santa Rosa da Lima, e i due riquadri di Santa Caterina e San Domenico.

Scelto come figura simbolica fra i santi domenicani, il dipinto fu eseguito in questo ambiente nella seconda metà del XVII secolo da un artista ad oggi ignoto. Contemporaneamente vennero fatti gli altri tre riquadri ed i completamenti decorativi, che si aggiungevano all’Annunciazione dipinta nel 1583.

 

Santa Caterina da Siena

Autore

Ignoto pittore fiorentino

Data

sec. XVII (seconda metà)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Coro delle monache, parete destra

Tecnica

Tempera su muro

Dimensione

230x120 cm

Inventario

09/00162933

Il dipinto raffigurante Santa Caterina da Siena è collocato sulla parete destra del coro delle monache ed al lato del riquadro raffigurante l’Annunciazione.

La rappresentazione della Santa è ivi collocata a chiaro scopo edificatorio.

Santa Caterina è raffigurata con l’abito dell’ordine domenicano bianco e nero e tiene nella mano sinistra un volume con il Sacro Cuore e nella mano destra un Crocifisso e un tralcio di gigli. La testa è coronata di spine e alle estremità sono ben visibili le stimmate. Come decorazione intermedia è presente un piedistallo, in finta architettura, recante un vaso con un mazzo fiorito.

Questa pittura fu eseguita da un artista ad oggi ignoto, in un periodo successivo all’Annunciazione (opera datata 1583). Si tratta di un completamento pittorico databile alla seconda metà del Seicento, quando furono eseguite anche le parti decorative, per meglio legarle al già preesistente riquadro con l’Annunciazione.

 

San Domenico

Autore

Ignoto pittore fiorentino

Data

sec. XVII (seconda metà)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Coro delle monache, parete destra

Tecnica

Tempera su muro

Dimensione

230x120 cm

Inventario

09/00162935

Il dipinto raffigurante San Domenico è collocato sulla parete destra del coro delle monache ed al lato del riquadro raffigurante l’Annunciazione.

Il Santo è rappresentato a figura intera, in posizione statica e nella tradizionale veste domenicana, con i suoi tipici attributi il libro e un ramo di gigli nelle mani e sulla testa un’aureola e una stellina.

Questa pittura fu eseguita da un artista ad oggi ignoto, in un periodo successivo all’Annunciazione (opera datata 1583). La presenza di Santa Rosa da Lima, canonizzata nel 1671, induce a spostare l’esecuzione dei quattro riquadri con i Santi alla seconda metà del Seicento da parte di un pittore che ha operato una uniformizzazione dei dipinti, rendendo le pitture del coro, seppur svolte in due momenti successivi, le più unitarie possibile.

 

I quindici Misteri del Rosario

Autore

Nicolò Biliotti

Data

1589

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Depositi

Tecnica

olio su tela

Dimensione

128x168 cm

Inventario

09/00162988

La tela è suddivisa in quindici riquadri. In ognuno di questi riquadri, è raffigurato uno dei Misteri del Rosario: in alto vi sono ritratti i misteri Gaudiosi, al centro quelli Dolorosi e in basso si trovano i Gloriosi. Sul lato inferiore si trova una balza decorativa con tre occhi con busti di Santi fra racemi floreali.

L’opera pittorica, che può essere ricompresa nello stile del tardo Cinquecento toscano, è firmata da Nicolò Biliotti ed eseguita nel 1595.

Le svelte figurette, la piacevole cromia e la sapiente impostazione delle numerose scene rivelano un autore di un certo livello, che non scade nel popolaresco e vignettistico, tipico di analoghe raffigurazioni coeve.

ISCRIZIONI: in basso “NICOLÒ BILIOTTI F. 1595”

 

Tobia riscuote i debiti del padre

Autore

Francesco Curradi (Firenze, 1570-1661)

Data

sec. XVII (prima metà)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Piano terreno, ufficio

Tecnica

olio su tela

Dimensione

62x118 cm

Inventario

09/00163001

Il dipinto raffigura Tobia, che, accompagnato dall’Arcangelo Raffaele, si reca nella Media da Gabael, suo parente, a riscuotere una somma del padre (cfr. Liber Tobiae del Vecchio Testamento). Durante questo viaggio Tobia pescherà il pesce con il cui fiele guarirà il padre dalla cecità, episodio questo più volte riprodotto in pittura. La scena rappresenta vicino ad una tavola coperta da una tovaglia rossa, Gabael con accanto un servo, mentre conta i denari; di fronte a lui Tobia, che segue l’operazione, accompagnato dall’Arcangelo, che mostra fra le mani il vasetto contenente gli organi del pesce.

La tela ha una cornice coeva in legno dipinto nero, con eleganti racemi dorati sovrimpressi.

Il dipinto del Curradi, dalla pittura precisa e ben delineata, si può confrontare con le opere dello stesso autore presenti all’interno della Chiesa di Santa Maria degli Angiolini. In particolare, la figura dell’Arcangelo è quasi identica a quelle rappresentate nella lunetta dell’Annunciazione e ad uno dei due Arcangeli della pala d’altare.

BIBLIOGRAFIA

  1. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p. 151 e nota 21.

 

Santa Chiara che scaccia i saraceni

Autore

Ignoto pittore toscano

Data

sec. XVII (prima metà)

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Dipinto

Collocazione

Primo piano, corridoio

Tecnica

olio su tela

Dimensione

75,4x90,6 cm

Inventario

09/00163017

Il dipinto raffigura Santa Chiara con un ostensorio contenente la Santa Eucaristia davanti alle truppe saracene, scacciandole con la forza della luce di Dio.

La tradizione narra che la Santa, preso un ostensorio con l’Eucarestia nel Monastero di San Damiano, si fece accompagnare dalle clarisse, e riuscì a fermare i saraceni dell’armata imperiale.

Il soggetto è abbastanza frequente nel XVII e XVIII secolo in ambito francescano.

La tela è una copia del dipinto maggiore di Cosimo Gamberucci ubicato nella Cappella Maggiore della Chiesa di Ognissanti a Firenze.

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 144.

 

San Giovanni Battista

Autore

Jean de Boulogne, detto Giambologna (Douai, 1529- Firenze,1608)

Data

1590

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Scultura

Collocazione

Coro delle monache

Tecnica

Bronzo a fusione con patina scura

Dimensione

63 cm

Inventario

09/00163035

La statuetta in bronzo a fusione a colletto a tutto tondo raffigura Giovanni Battista in piedi, coperto da un vello animale. La sua collocazione originaria era al centro di una pila per l’acqua santa.

La gamba sinistra è stesa e poggia su un piccolo basamento, la destra piegata, e con il ginocchio proteso in avanti, bilancia il peso su un sostegno leggermente più alto.

Il braccio sinistro piegato e appoggiato ad un fianco, originariamente avrebbe dovuto reggere la croce, oggi perduta.

Il braccio destro è alzato e si protende in avanti, la testa è girata e leggermente inclinata verso sinistra.

La presenza della statuetta presso la Chiesa di S. Maria degli Angiolini va rintracciata nell’indubbio legame che l’artista ebbe con queste monache, la cui bottega fra l’altro si trovava nella vicina Borgo Pinti e per le quali eseguì anche un Crocifisso. È probabile che l’artista abbia voluto donare al Monastero una replica di un’opera riuscita e forse già molto nota.

Giovanni Richa indicò questa statuetta come il prototipo per la più famosa scultura nella Cappella di Sant’Antonino in San Marco. Al contrario, gli studiosi Dhanens e Avery considerano la statuetta come il prototipo per quella della Cappella Salviati in San Marco.

BIBLIOGRAFIA

  1. Rastrelli in V. Follini – M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1789 – 1802, p. 29;
  2. Fantozzi, Nuova guida, Firenze, 1842, p. 391;
  3. Carocci, La chiesa e il monastero, oggi R. Educatori di S. Maria degli Angioli…, in L’Illustratore Fiorentino, Firenze 1907, p. 116;
  4. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.151;
  5. Dhanens, Jean Boulogne- Giovanni Bologna Fiammingo, Brussel 1956, p. 259;
  6. Avery, Giambologna 1529-1608, Sculptor to the Medici, Catalogue Exp. 1978-79, Art. Concilio of Great Britan, 1978, p. 136;

Catalogo “Mostra del Tesoro di Firenze Sacra”, Firenze 1933, p. 84;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 88;

MOSTRE

Mostra del Tesoro di Firenze Sacra, Firenze 1933.

 

Crocifisso

Autore

Jean de Boulogne, detto Giambologna (Douai, 1529- Firnze,1608)

Data

1578

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Scultura

Collocazione

Coro delle monache

Tecnica

Bronzo a fusione con patina scura (tracce di doratura)

Dimensione

40 cm (Cristo), 84 cm (Croce)

Inventario

09/00163036

Il Cristo è raffigurato morto e con la testa ricciuta reclinata verso la spalla destra. Il corpo è snello e coperto da un perizoma annodato sul fianco destro, le ginocchia affiancate, e il piede destro soprammesso sul sinistro. Il corpo del Cristo è in bronzo, mentre la croce è in legno dorato.

Il Crocifisso, ignorato da tutta la bibliografia antica e moderna sulla Chiesa di S. Maria degli Angiolini, è sicuramente attribuibile al Giambologna.

La tipologia del Cristo, qui raffigurato morto, è strettamente connessa con analoghi bronzi del Giambologna: la testa ricciuta dai delicati lineamenti; il corpo snello ben modellato, il perizoma annodato su un fianco e le gambe lunghe non soprammesse, ma affiancate, rivelano una sapiente e volontaria attenzione alla plastica umana.

Tale dimenticanza è forse dovuta ad una collocazione interna al Monastero, pertanto difficilmente visibile nei secoli, e di certo non legata al valore intrinseco dell’opera, le cui peculiari caratteristiche la inseriscono senza ombra di dubbio nella produzione dell’artista. Il Crocifisso fu oggetto di dono alle monache da parte dell’artista, la cui bottega fra l’altro si trovava nella vicina Borgo Pinti. Il Crocifisso è riferibile agli stessi anni di una altra scultura eseguita dal Giambologna per le monache, il San Giovanni Battista.

L’esemplare più vicino al nostro, e forse il suo prototipo, è il Crocifisso in bronzo dorato eseguito per la Cappella Salviati in San Marco, ed anche altre due versioni attualmente conservate nel Museo di Douai e in una collezione privata fiorentina.

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 88.

 

Vergine col Bambino (Statuetta votiva della Madonna)

Autore

Ignoto scultore toscano

Data

Sec. XIX

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Scultura

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

terracotta policroma

Dimensione

50 cm (altezza)

Inventario

09/00162870

La scultura è conservata all’interno della nicchia dell’altare di sinistra della Chiesa di S. Maria degli Angiolini.

La statuetta rappresenta il Figlio, seduto sul braccio sinistro della Madre, vestito di un drappo bianco a disegni colorati, che porge la mano destra alla Vergine, che la stringe. Entrambi hanno corone metalliche e numerosi ex-voto intorno.

La statuetta votiva della Madonna ricorda, secondo la tradizione, la statuetta della Vergine miracolosa ritrovata durante alcuni lavori nel 1530.

La famosa statuetta miracolosa è stata evidentemente sostituita, forse per le cattive condizioni, in epoca moderna (presumibilmente nel sec. XIX). I Paatz, infatti, già nel 1952 parlano di una statuetta moderna, quale quella che ci appare anche oggi.

BIBLIOGRAFIA

  1. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.150 e nota 13.

 

Vergine col Bambino

Autore

Ignoto scultore fiorentino

Data

sec. XV

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Scultura

Collocazione

Depositi

Tecnica

Terracotta policroma invetriata

Dimensione

59x39,5 cm

Inventario

09/001622937

La scultura in terracotta policroma raffigura, a mezza figura su una base squadrata, la Vergine che si stringe al petto il Bambino semi seduto sul suo braccio sinistro. Le vesti sono nei colori tradizionali: azzurro e rosso.

Si tratta di un buon esempio di scultura quattrocentesca ripresa da un originale di Michele da Firenze, che trova, nelle numerose repliche, una larga diffusione su tutto il territorio fiorentino nel XV secolo dove alcune botteghe, fra le quali quella di Lorenzo Ghiberti, svolgevano una produzione a livello quasi industriale indirizzata verso enti religiosi e privati cittadini.

ISCRIZIONI: “FLOS VIRGINUM”

 

Teste di cherubini tra volute

Autore

Giovanni Battista Ciceri (Pescia, fine sec. XVII – 1715)

Data

1690

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Rilievo

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

stucco bianco e dorato;

Dimensione

misure non rilevate

Inventario

09/00162860

Il rilievo raffigura un medaglione con tre cherubini in rilievo delimitato da una corona d’alloro, tutt’intorno, entro una cornice mistilinea, foglie, nastri e volute vegetali su fondo oro e su due lati una coppia di plastiche conchiglie.

I volti gonfi, gli occhi piccoli incavati, i nasetti ritti, le ali trattate come quelle degli uccelli, riflettono il tipico puttino alato, che tante volte Ciceri inserisce nei suoi cicli a stucco; tali rilievi si possono così confrontare con tutta la produzione plastica dell’autore (cfr. opere a Firenze, San Gaggio; Castelfiorentino, Santa Verdiana; Pistoia, Santa Maria degli Angeli di Sala; Borgo a Buggiano, Villa Bellavista).

BIBLIOGRAFIA

  1. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.149;
  2. Mosco, Itinerario di Firenze Barocca, Firenze 1974, p. 14;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 145.

 

Santa Rosa da Lima col Bambino Gesù

Autore

Giovanni Battista Ciceri (Pescia, fine sec. XVII – 1715)

Data

1690

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Rilievo

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

Stucco bianco e dorato

Dimensione

Misure non rilevate

Inventario

09/00162873

L’elegante stucco, collocato alla parete destra laterale all’altar maggiore, è di esecuzione tardo secentesca.

Il rilievo è a rettangolo in stucco sagomato ai lati, con ricchi racemi vegetali su fondo oro. Al centro, entro un ovale con ghirlanda d’alloro, è  raffigurata a mezza figura Santa Rosa da Lima col Bambino Gesù.

Santa Rosa, canonizzata nel 1671, fu la prima Santa del Nuovo Mondo ed è patrona del Sud America e delle Filippine. Nel tardo Seicento, Santa Rosa gode di una larga popolarità anche in Italia, date le numerose raffigurazioni che la vedono protagonista.

La maestria esecutiva dello stuccatore e la presenza di motivi decorativi comuni in altri più impegnativi cicli plastici consentono l’attribuzione a Giovan Battista Ciceri.

L’artista, che troviamo documentato negli ultimi anni del secolo (1698 c.a.) nella chiesa di San Gaggio, propone qui lo stesso repertorio decorativo (ad esempio, le volute vegetali bianche sul fondo oro spugnoso; il motivo della doppia conchiglia) e soprattutto un analogo modo di trattare la materia sia negli elementi di contorno che nella plastica figura della Santa (cfr. Santa Monica, Firenze, San Gaggio).

I volumi così gonfi e leggeri confermano un’esecuzione molto vicina alle opere di San Gaggio, ancora estranee agli sviluppi più ‘secchi’ e ‘veloci’, che gli stucchi del Ciceri acquisteranno nei primi del Settecento (cfr. opere a Castelfiorentino, Santa Verdiana; Pescia, S. Maria Maddalena; Pistoia, S. Maria degli Angeli di Sala)

BIBLIOGRAFIA

  1. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.149;
  2. Mosco, Itinerario di Firenze barocca, Firenze, 1974, p. 14;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 145

 

Santa Caterina da Siena

Autore

Giovanni Battista Ciceri (Pescia, fine sec. XVII – 1715)

Data

1690

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angeli

Collezione

Rilievo

Collocazione

Chiesa di S. Maria degli Angiolini

Tecnica

stucco bianco e dorato;

Dimensione

Misure non rilevate

Inventario

09/00162874

Lo stucco è collocato di lato all’altar maggiore della chiesa, sopra la porta, che conduce alla cappellina.

Il rilievo è a rettangolo sagomato ai lati con eleganti racemi in stucco bianco su fondo oro. Al centro, di forma ovale, delimitato da una ghirlanda d’alloro, il rilievo raffigura a mezza figura Santa Caterina da Siena. La Santa, in abito monastico, mostra con la mano sinistra un crocifisso.

La morbidezza dei volumi e la libertà decorativa con la quale l’autore ha svolto questo pannello rettangolare ricorda da vicino la plastica barocca della prima metà del Seicento.

Giovan Battista Ciceri eseguì questo ciclo per le monache di Santa Maria degli Angiolini entro l’ultimo decennio del Seicento. La grande vicinanza ai lavori documentati di San Gaggio del 1698, lo stesso modo di trattare la materia (cfr. la mano destra della Santa con quella della Santa Monica a San Gaggio, e così pure le pieghe del sottogola e della stoffa della manica) e la scelta degli stessi elementi decorativi consentono di attribuire all’autore citato questi eleganti esempi di stucchi fiorentini della fine del secolo.

BIBLIOGRAFIA

  1. Paatz, E. V. Paatz, Die Kirchen von Florenz, ein kunstgeschichtliches Handbuch, II vol., Frankfurt am Main, Verlag Vittorio Klostermann, 1952, p.149;
  2. Mosco, Itinerario di Firenze barocca, Firenze, 1974, p. 14;

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, p. 145.

 

Organo a canne

Autore

Luigi e Benedetto Tronci (Pistoia, 1755-1803, 1756-1821)

Data

1793

Luogo

Conservatorio di S. Maria degli Angiolini

Collezione

Strumento musicale

Collocazione

Apposita stanza del Conservatorio

Materiale

Ebano, legno di noce, bosso, (tastiera e pedaliera), legno, piombo e stagno (canne)

Dimensione

larg. 242 cm, h. 350 cm, prof. 60 cm

Inventario

09/00195624

L’organo a canne ha una cassa di legno a filo della parete destra della Chiesa. La facciata è a 3 cuspidi sormontate da archi e divise da paraste (7-9-7). Le cuspidi minori sono sormontate da organetti morti di 5 canne.

Lo strumento di notevole valore artistico sia per la parte fonica che per quella meccanica, prima del recente restauro, erano in gravi condizioni il mantice, distrutto, e il canale portavento, spezzato.

ISCRIZIONI: sul fondo della secreta cartiglio a stampa “ALOYSIUS E BENEDICTUS TRONCI PISTORIENSES FACIEBANT ANNO DOMINI MDCCLXXXXIII” (a mano): II – XI. Sul listello interno della tastiera “ALOYSIUS ET BENEDICTUS TRONCI PISTOR. CUM ADIUNCTIONIB. RESTAURAVERANT ANNO DOMINI MDCCLXXXX”. Firma “PIETRO PAOLI 1868”. SCRITTA “Smontato 1909”

AA.VV., Santa Maria degli Angiolini a Firenze. Dieci anni di restauri=Ten years of restoration, Firenze, EDIFIR, 2006, pp. 115-125.

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